POESIA MUNDIAL EM PORTUGUÊS
Piero Bigongiari a Venezia (1960 ca.)
PIERO BIGONGIARI
Piero Bigongiari (Navacchio, 15 ottobre 1914 – Firenze, 7 ottobre 1997) è stato un poeta e critico letterario italiano.
Laureatosi nel 1936 presso l'Università di Firenze con una tesi su Leopardi discussa con il professor Attilio Momigliano, ha poi insegnato storia della letteratura italiana moderna e contemporanea nella stessa Università dal 1965 al 1989.
È considerato uno degli autori che furono alla base dell'"avanguardia non codificata", come lui stesso definiva l'ermetismo.[1] Con i poeti Luzi e Parronchi costituì quella che Carlo Bo definì la "triade dei poeti ermetici toscani".[2] Come esponente austero e rigoroso dell'ermetismo purista, ne accentuò la tendenza metafisica con una trattazione predominante del tema dell'assenza, accompagnata da un forte anelito religioso.[3] In un secondo tempo, indicativamente dai primi anni settanta, la sua poesia raggiunse maggiore consapevolezza ed equilibrio tra il richiamo della realtà e la sua trasfigurazione simbolica.
Fonte: wikipedia
TEXTO EN ITALIANO – TEXTO EM PORTUGUÊS
Extraído de
POESIA SEMPRE. Revista Semestral de Poesia.. Ano 3 – Número 6 – Fevereiro 1995. Rio de Janeiro: Fundação Biblioteca Nacional / Ministério da Cultura – Departamento Nacional do Livro. ISSN 0104-0626 Ex. bibl. Antonio Miranda
Tocca il magma
Tocca il magma col suo dito di fuoco
la vita e fugge via,
ma ti porta,
è sempre lei, poi ti porta un fiore, un fiore
dal vulcano,
apri la mano,
accogli sorridendo quel suo poco,
è un gesto umano, anche se il gioco è strano.
Accogli tu la perdita, il dolore, l
a felicità. L'ora è la stessa.
Lo stesso il cuore.
Anche se lo spazio
l'imprendibile spazio in cui cammini
come se fosse il tuo. Tuo è lo strazio.
Tuo l'azzurrino precipìzio dove
come in una glumella si raccoglie
il tuo sguardo, un'acqua che battezza,
è il tuo stigma, il suo dove, anche la brezza
che ne accarezza il fondo e ne sommuove
— è gelo o fuoco ancora? — il proprio enigma.
E se un giorno in una città straniera..
Quando ancora il tuo nome nella mente,
Nausicaa Nausicaa, risuona,
— posso chiamarti così perché il mio nome è Nessuno —
il sole inclina verso occidente
e qualcosa, e non è il mare, s'incrina,
che il boma ondeggiando indica al vento,
stilo che ancora scrive col tuo nome
sulla cera ardente della sera
l'illusione che il mare non dispera
di congiungersi a un porto.
E se un giorno in una città straniera
udrai un canto levarsi di ritorno
da una via laterale.
non distogliere il passo ma ascolta,
ascolta andando avanti,
quel canto che ricorda
quanto indimenticabile è il passato,
come se una lama ripassasse dentro la ferita:
ma il tuo stesso ascoltare, mia vita.
sia l'ultimo dono dell'oblio.
Ah se in città straniere ho ritrovato la patria
più che nella mia che non so ritrovare
per non distruggere questo canto che erra
forse più del mio orecchio...
Sono vecchio,
o giovane? Non so, non ne so altro
che l'enigma non serri nel suo petto.
L'amore è fragile
i J amore è fragile, un fiore di mandorlo
non lasciarlo seccare sul suo ramo,
coglilo nel sereno.
Né scuotere troppo forte, che almeno
il polline non cada
dalle sue labbra munte di rugiada.
Ferito dalla stessa trasparenza
del suo sguardo sta amore ad occhi chiusi.
TEXTO EM PORTUGUÊS
Toca o Magma
Toca o magma com seu dedo de fogo
a vida e logo foge,
mas te leva,
é sempre ela, depois uma flor te leva,
uma flor do vulcão,
abre a mão,
acolhe sorrindo aquele seu pouco,
é um gesto humano, mesmo se o jogo é arcano.
Acolhe a perda, a dor,
a felicidade. A hora é a mesma.
O coração é o mesmo.
Ainda se o espaço
é diverso, o espaço do amor,
o fugidio espaço em que caminhas
como se fosse o teu. Tua é a grande mágoa.
Teu, o azuladinho precipício onde
como uma glumela se recolhe
o teu olhar, uma água que batiza,
é o teu estigma, o seu aonde, também a brisa
que acaricia o fundo e remexe
— é gelo ou fogo ainda? — o próprio enigma.
Tradução de Sonia Salomão
E se um dia em uma cidade estrangeira...
Quando ainda o teu nome na mente,
Nausica Nausica, ressona,
— posso chamar-te assim porque o meu nome é Ninguém — ,
o sol inclina-se para o Ocidente
e alguma coisa, e não é o mar, se fende,
que a surriola ondejando indica ao vento,
estilete que ainda escreve com teu nome
na cera ardente da noite
a ilusão que o mar não desanima
de juntar-se a um porto.
E se um dia uma cidade estrangeira
ouvires um canto surgir de volta
de uma rua lateral
não desvie o passo, mas escuta,
escuta indo adiante,
aquele canto que lembra
quão inesquecível é o passado,
como se uma lâmina atravessasse de novo a ferida;
mas o teu mesmo escutar, minha vida,
seja o último dom do esquecimento
Ah se em cidades estrangeiras reencontrei a pátria
mais que na minha que não sei reencontrar
para não destruir este canto errante
talvez mais do que meu ouvido...
Sou velho
ou jovem? Não sei, não sei de nada
que o enigma não encerre no seu peito.
Tradução de Sónia Salomão
O amor é frágil
O amor é frágil, uma flor de amêndoa
Não a deixe secar no seu ramo,
Colha-a no sereno.
Nem sacuda-a muito forte, para pelo menos
o pólen não cair
dos seus lábios esvaídos de orvalho.
Ferido da mesma transparência
do seu olhar está amor de olhos fechados.
Tradução de Sónia Salomão
Página publicada em dezembro de 2017
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