Home
Sobre Antonio Miranda
Currículo Lattes
Grupo Renovación
Cuatro Tablas
Terra Brasilis
Em Destaque
Textos en Español
Xulio Formoso
Livro de Visitas
Colaboradores
Links Temáticos
Indique esta página
Sobre Antonio Miranda
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
POESIA MUNDIAL EM PORTUGUÊS

FABIO PUSTERLA

 

Fabio Pusterla (Mendrisio, 3 maggio 1957) è un poeta, traduttore e critico letterario svizzero di lingua italiana.

Laureato in lettere moderne con Maria Corti all'Università di Pavia, insegna al Liceo Cantonale di Lugano 1 e all'Università della Svizzera italiana a Lugano; ha tenuto per alcuni anni dei corsi presso l'Università di Ginevra. È stato tra i fondatori della rivista letteraria "Idra", edita a Milano da Marcos y Marcos. È attivo come poeta, traduttore (soprattutto dal francese, con qualche incursione nella letteratura portoghese) e saggista. Collabora a giornali e riviste in Svizzera e in Italia. Ha diretto l'edizione critica delle opere di Vittorio Imbriani e pubblicato saggi, traduzioni, volumi di versi.

Caratterizzata in partenza da un forte influsso espressionista (come ha notato Pier Vincenzo Mengaldo), ma con venature più pacate che la inseriscono nella tradizione anceschiana della Linea Lombarda (Giorgio Orelli e Vittorio Sereni), la poetica di Pusterla è andata sempre più avvicinandosi a una poesia dal forte contenuto civile (si veda in particolare Folla sommersa), mentre l'esperienza di traduzione legata strettamente a Philippe Jaccottet lo ha portato a una sempre maggior attenzione agli oggetti del quotidiano, alle vite e cose dimenticate (Cfr. Le cose senza storia), rafforzata probabilmente dalla provenienza geografica decentrata (Pusterla è cresciuto in una città di frontiera, Chiasso, e insegna attualmente a Lugano, nella Svizzera di lingua italiana). Del suo lavoro come traduttore, condotto attraverso un recupero dei materiali poetici del Novecento italiano, ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo: "si può dire che il poeta ticinese ha realizzato in queste versioni, con nobiltà di patina ma stringatezza di scrittura, un'eccellente triangolazione fra Jaccottet, se medesimo e il senso della lingua poetica italiana".

Nel 2007 gli è stato conferito il secondo più importante premio letterario svizzero (secondo solo al Gran Premio Schiller): il Premio Gottfried Keller. Nel 2009 la "collana bianca" dell'editore Einaudi ha pubblicato un'antologia di poesie del periodo 1985-2008, sotto il titolo Le terre emerse, con il quale nel 2009 ha vinto la sezione poesia del Premio Giuseppe Dessì.

Sulla sua figura il regista Danilo Catti ha realizzato il documentario Salamandre, gatti ciechi, rotaie, nell'ambito del ciclo "Lettere dalla Svizzera" (produzione SRG SSR idéé suisse, 1998).

Biografia e foto> wikipedia

 

POESIA EM ITALIANO   -    POESIA EM PORTUGUÊS

 

Extraído de 

POESIA SEMPRE – Revista Semestral de Poesia.  ANO 3 – NÚMERO 6 – OUTUBRO 1995.  Rio de Janeiro: Fundação Biblioteca Nacional, Ministério da Cultura, Departamento Nacional do Livro, 1996.   Ex. bibl. Antonio Miranda

 

Paesaggio

 

Qui piove per giorni interi, talvolta per mesi.
I sassi sono neri d'acquate,
i sentieri pesanti.

 

 

Sul bordo delle rogge:
girini, latte scure. Una valigia
incatramata.

 

 

Un filo d'olio cola

sulla ghiaia. Sopra, cemento.

Se gratti la terra: detriti,

mattoni scagliati, denti di coniglio.

 

 

Si possono pensare rumori umani,
passi, palle da tennis. Voci eventuali.
Ogni frantume è ammesso purché inutile.

 

Siccome questo è il vuoto c'è posto per tutto,
e quel poco che c'è, è come se non ci fosse.
Anche i binari sono perfettamente inerti,
le lucertole immobili, i vagoni dimenticati.

 

E poi il pollaio. Le cose senza storia.
O fuori. Una carriola

che non ha ruote. Un pozzo. Un secchio marcio
privo di fondo. Il nome di uno scemo:
Luigino. Piume dentro la rete, di gallina.
Buchi dentro la rete. Trame rotte.
Quello che non chiamate crudeltà.

 

 

Io sono questo: niente.

Voglio quello che sono, fortemente.

E le parole: nessuno adesso me le ruberà.

 

 

 

Presso Voghera

 

Gettare di nuovo tutto: questa terra
che è già novembre, e brucia sottovoce,
ricordi, rovi, stoppie. Chi t'incontra
ha bavero e cappello, fiato duro.
E campi, e cittadine,

tutte le strade di tutti i luoghi si riassumono
in questa tratta d'argine: cammini
adagio, conti i sassi, non sai niente.

 

 

 

POESIA EM PORTUGUÊS
Tradução de Antonio Miranda

 

Paisagem

 

Aqui chove dias inteiros, vez por outra meses.
As pedras estão negras do aguaceiro.
Os caminhos pesados.

 

À beira dos canais:

girinos, latas escuras. Uma valisa

alcatroada.

 

Um fio de óleo escorre

sobre o saibro. Cimento, em cima.

Arranha-se a terra: detritos,

tijolos esmigalhados, dentes de coelho.

 

É possível pensar rumores humanos,
passos, bolas de ténis. Vozes eventuais.
Qualquer fragmento é admissível pois inútil.

 

Como isto é o vácuo há lugar para tudo.
e o pouco que há é como se não fosse.
Até os trilhos são perfeitamente inertes
os lagartos imóveis, os vagões
abandonados.

 

Depois o galinheiro. As coisas sem história.
Ou fora. Um carrinho de mão
sem rodas. Um poço. Um balde enferrujado
já sem fundo. O nome de um simplório:
Luisinho. Penas dentro da rede, de galinha.
Buracos no fundo da rede. Malhas rotas.
Aquilo a que não chamas crueldade.

 

Eu sou isto: nada.

Quero aquilo que sou, fortemente.

E as palavras: elas, ninguém vai me roubar.

 

Tradução de Ivo Barroso

 

 

 

Perto de Voghera

 

 

Abandonar de novo tudo: esta terra
que é já novembro, e esturricam baixinho,
recordações, carvalhos, restolhos. Quem te encontra
tem gola e tem chapéu, fôlego duro.
E campos, e os arraiais,

todas as estradas de todos os lugares se resumem
neste trajeto de dique: caminha
devagar, conta as pedras, nada sabes.

 

Tradução de Ivo Barroso

 

 

 

PUSTERLA, Fabio.  Argéman. Antologia Poética. Seleção, tradução
e apresentação Prisca Agustoni.   Edição bilíngue.  Juiz de Fora: Edições Macondo, 2018.  111 p.   ISBN 978-85-93715-11-1. 
                                                                Ex. bibl. Salomão Sousa

 

       FRAMMENTO DI PAESAGGIO

      
Farfalle di ruggine, dadi, angoli retti
        vita che qui renuncia alle sue stelle.

        Ogni traversina
        inchiodata a um destino di rotaia,
        parallele eterne, inmodificabili, ciottoli
        attorno che hanno la tinta del ferro.
Anche il vento
        ha un odore metallico, brucia la pelle.

        Un pezzeto di Quarzo
        stappato dal suo futuro di cristallo
        luccica in mezzo al nulla,
        ricorda qualcosa o preannucia,
        a suo ribelle.


                    
FRAGMENTO DE PAISAGEM

                   
Borboletas de ferrugem, dados, ángulos retos
                        vida que aqui renuncia às próprias estrelas.

                        Cada dormente
                        cravado num destino de trilho,
                        paralelas eternas, imutáveis, seixos
                        ao redor que têm a tinta de ferro. Até o vento
                        tem odor metálico, queima a pele.

                        Um pedaço de quartzo
                        arrancado ao próprio futuro de cristal
                        brilha no meio do nada,
                        lembra algo ou pronuncia,
                        ao seu modo rebelde.

 

 ARGÉMAN

Di valanga in valanga, acoscendendo
 sul nerofumo  dei prati: massi, tronchi
 e tronchi portati verso il basso.
 Dopo, sopra ogni cosa,
 un silenzio, la luce raggelata.
 Acqua che scroscia nei vuoti dela roce,
 respiro agro del tempo passato.

 *
 Forcola, e se qualcuno sia montato
 e da che pista, lassù. L´alatro versante abrupto:
 sempre stato cosi? Quello che c´era prima o che poteva
eventualmente esistere, um progetto o uma speranza
ora inimmaginabili. La perdita
di ciò che non sai più di avere perso.

*
Magra, una lepre sta immobile e guarda.
Pois compare in un buco. Ogni parola
adesso sembra concava, implosa, una bolla
di freddo, incapace di dire. Bocca sorda,
manao senza sentire.

*
Gli stati, preivi di logica, ondene. Ghiaccio
su fuoco reppreso, tericcio, poi quarzi, pietraie.
Epoche, cosmogonie, perfezioni precarie. Nel mucchio,
anche loro. Slogate.

*
Impercettibili fruscii, minimi, insetti, licheni che si insinuano.
Negli interstizi, nei resti, prime vie marginali,
cenni, stelli a venire.

*
Chi passa valle fissa alto l´argéman, la sua língua
di neve incomprensibile, vampa.

*
Ciò che risplende e acceca. L´onda d´urto dei mondi.



      ARGÉMAN

     
De avalache em avalanche, descendo
       sobre a fuligem das relvas: maciços, troncos
       e troncos levados para baixo.
       Logo, sobre cada coisa,
       um silêncio, a luz gelada
       Água que marulha nos vazios da rochas,
       respiro azedo do tempo passado.

       *
       Forcola, e se alguém tivesse subido
       e por qual pista, até lá. O outro declive abrupto:
       sempre foi assim? O que havia antes ou que poderia
       por um acaso existir, um projeto ou uma esperança
       hoje inimagináveis. A perda
       do que já não sabes que perdeste.

       *
       Magra, uma lebre fica imóvel e espreita.
       Logo some num buraco. Cada palavra
       parece já côncova, implodida, uma bolha
       de frio, incapaz de dizer. Boca surda,
       mão sem sentir.

       *
       As camada, sem lógica, sem ordem.. Gelo
       sobre fogo coalhado, bolor, e quartzos, cascalhos.
       Épocas, cosmogonias, perfeições precárias. No monturo,
       elas também. Deslocadas.

       *
       Imperceptíveis ruídos, mínimos insetos, liquens que se
                                                                         insinuam.
       Nos interstícios, nos resíduos, primeiras vidas marginais,
       acenos, estrelas por vir.

       *
       Quem anda no vale fita no alto o argéman, sua língua
       de neve incompreensível, labareda.

       *
       Aquilo que resplandece e cega. A onda do choque dos mundos.



LAMENTO DEGLI ANIMALI CONDOTTI AL MACELLO

Guarda : ci portano via. Nella canzone
dei giorni ci stramazzano. E cantiamo
la nostra belleza negata. E siamo vivi.

Vagano spore al vento, ali del cuore
che chiama il sangue a sé, che lo fa scorrere
nei fiumi delle vene, al venti caldi
dei desideri che ci sono tolti. E siamo vivi.

E sono mari i nostri desideri,
percorriamo foreste di memoria
tra poco incenerite, ed ora splendide.

Cenera i tronchi, i maria in secca.
Ma noi vivi,
vivi più della mano che martoria. Chi ci nega
la luce ignora questo: siamo vivi

nella gloria del male che ci à dato,
nel silencio del colpo che ci è inferto.
Muti, dimanticati.



 
LAMENTO DOS ANIMAIS LEVADOS AO MATADOURO

     
Olha: nos levam embora. Na canção
      dos dias que nos prostram. E cantamos
      por essa derradeira hora: cantamos
      nossa beleza negada. E estamos vivos.

      Vagam esporas no vento, asas do coração
      que chama o sangue a si, que o faz jorrar
      nos rios das veias, aos ventos cálidos
      dos desejos que nos foram furtados. E estamos vivos.

      E são mares nossos desejos,
      cruzamos florestas de memória
      em breve incineradas e agora esplendorosas.

      Cinzas os troncos, os mares em seca. Nós, vivos,
      vivos mais vivos do que a mão que tortura. Os que
      nos negam a luz ignoram isso: estamos vivos

      na glória do mal que nos é dado,
      no silêncio do golpe que nos é infligido.
      Mudos, esquecidos.

*

VEJA e LEIA OUTROS POETAS DO MUNDO
EM NOSSO PORTAL:
       
http://www.antoniomiranda.com.br/poesiamundialportugues/poesiamundialportugues.html



 
Página página publicada em janeiro de 2023.  

 

Página publicada em janeiro de 2018


 

 

 
 
 
Home Poetas de A a Z Indique este site Sobre A. Miranda Contato
counter create hit
Envie mensagem a webmaster@antoniomiranda.com.br sobre este site da Web.
Copyright © 2004 Antonio Miranda
 
Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Home Contato Página de música Click aqui para pesquisar