POESIA MUNDIAL EM PORTUGUÊS
FABIO PUSTERLA
Fabio Pusterla (Mendrisio, 3 maggio 1957) è un poeta, traduttore e critico letterario svizzero di lingua italiana.
Laureato in lettere moderne con Maria Corti all'Università di Pavia, insegna al Liceo Cantonale di Lugano 1 e all'Università della Svizzera italiana a Lugano; ha tenuto per alcuni anni dei corsi presso l'Università di Ginevra. È stato tra i fondatori della rivista letteraria "Idra", edita a Milano da Marcos y Marcos. È attivo come poeta, traduttore (soprattutto dal francese, con qualche incursione nella letteratura portoghese) e saggista. Collabora a giornali e riviste in Svizzera e in Italia. Ha diretto l'edizione critica delle opere di Vittorio Imbriani e pubblicato saggi, traduzioni, volumi di versi.
Caratterizzata in partenza da un forte influsso espressionista (come ha notato Pier Vincenzo Mengaldo), ma con venature più pacate che la inseriscono nella tradizione anceschiana della Linea Lombarda (Giorgio Orelli e Vittorio Sereni), la poetica di Pusterla è andata sempre più avvicinandosi a una poesia dal forte contenuto civile (si veda in particolare Folla sommersa), mentre l'esperienza di traduzione legata strettamente a Philippe Jaccottet lo ha portato a una sempre maggior attenzione agli oggetti del quotidiano, alle vite e cose dimenticate (Cfr. Le cose senza storia), rafforzata probabilmente dalla provenienza geografica decentrata (Pusterla è cresciuto in una città di frontiera, Chiasso, e insegna attualmente a Lugano, nella Svizzera di lingua italiana). Del suo lavoro come traduttore, condotto attraverso un recupero dei materiali poetici del Novecento italiano, ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo: "si può dire che il poeta ticinese ha realizzato in queste versioni, con nobiltà di patina ma stringatezza di scrittura, un'eccellente triangolazione fra Jaccottet, se medesimo e il senso della lingua poetica italiana".
Nel 2007 gli è stato conferito il secondo più importante premio letterario svizzero (secondo solo al Gran Premio Schiller): il Premio Gottfried Keller. Nel 2009 la "collana bianca" dell'editore Einaudi ha pubblicato un'antologia di poesie del periodo 1985-2008, sotto il titolo Le terre emerse, con il quale nel 2009 ha vinto la sezione poesia del Premio Giuseppe Dessì.
Sulla sua figura il regista Danilo Catti ha realizzato il documentario Salamandre, gatti ciechi, rotaie, nell'ambito del ciclo "Lettere dalla Svizzera" (produzione SRG SSR idéé suisse, 1998).
Biografia e foto> wikipedia
POESIA EM ITALIANO - POESIA EM PORTUGUÊS
Extraído de
POESIA SEMPRE – Revista Semestral de Poesia. ANO 3 – NÚMERO 6 – OUTUBRO 1995. Rio de Janeiro: Fundação Biblioteca Nacional, Ministério da Cultura, Departamento Nacional do Livro, 1996. Ex. bibl. Antonio Miranda
Paesaggio
Qui piove per giorni interi, talvolta per mesi.
I sassi sono neri d'acquate,
i sentieri pesanti.
•
Sul bordo delle rogge:
girini, latte scure. Una valigia
incatramata.
•
Un filo d'olio cola
sulla ghiaia. Sopra, cemento.
Se gratti la terra: detriti,
mattoni scagliati, denti di coniglio.
•
Si possono pensare rumori umani,
passi, palle da tennis. Voci eventuali.
Ogni frantume è ammesso purché inutile.
•
Siccome questo è il vuoto c'è posto per tutto,
e quel poco che c'è, è come se non ci fosse.
Anche i binari sono perfettamente inerti,
le lucertole immobili, i vagoni dimenticati.
E poi il pollaio. Le cose senza storia.
O fuori. Una carriola
che non ha ruote. Un pozzo. Un secchio marcio
privo di fondo. Il nome di uno scemo:
Luigino. Piume dentro la rete, di gallina.
Buchi dentro la rete. Trame rotte.
Quello che non chiamate crudeltà.
•
Io sono questo: niente.
Voglio quello che sono, fortemente.
E le parole: nessuno adesso me le ruberà.
Presso Voghera
Gettare di nuovo tutto: questa terra
che è già novembre, e brucia sottovoce,
ricordi, rovi, stoppie. Chi t'incontra
ha bavero e cappello, fiato duro.
E campi, e cittadine,
tutte le strade di tutti i luoghi si riassumono
in questa tratta d'argine: cammini
adagio, conti i sassi, non sai niente.
POESIA EM PORTUGUÊS
Tradução de Antonio Miranda
Paisagem
Aqui chove dias inteiros, vez por outra meses.
As pedras estão negras do aguaceiro.
Os caminhos pesados.
•
À beira dos canais:
girinos, latas escuras. Uma valisa
alcatroada.
•
Um fio de óleo escorre
sobre o saibro. Cimento, em cima.
Arranha-se a terra: detritos,
tijolos esmigalhados, dentes de coelho.
•
É possível pensar rumores humanos,
passos, bolas de ténis. Vozes eventuais.
Qualquer fragmento é admissível pois inútil.
•
Como isto é o vácuo há lugar para tudo.
e o pouco que há é como se não fosse.
Até os trilhos são perfeitamente inertes
os lagartos imóveis, os vagões
abandonados.
Depois o galinheiro. As coisas sem história.
Ou fora. Um carrinho de mão
sem rodas. Um poço. Um balde enferrujado
já sem fundo. O nome de um simplório:
Luisinho. Penas dentro da rede, de galinha.
Buracos no fundo da rede. Malhas rotas.
Aquilo a que não chamas crueldade.
•
Eu sou isto: nada.
Quero aquilo que sou, fortemente.
E as palavras: elas, ninguém vai me roubar.
Tradução de Ivo Barroso
Perto de Voghera
Abandonar de novo tudo: esta terra
que é já novembro, e esturricam baixinho,
recordações, carvalhos, restolhos. Quem te encontra
tem gola e tem chapéu, fôlego duro.
E campos, e os arraiais,
todas as estradas de todos os lugares se resumem
neste trajeto de dique: caminha
devagar, conta as pedras, nada sabes.
Tradução de Ivo Barroso
PUSTERLA, Fabio. Argéman. Antologia Poética. Seleção, tradução
e apresentação Prisca Agustoni. Edição bilíngue. Juiz de Fora: Edições Macondo, 2018. 111 p. ISBN 978-85-93715-11-1.
Ex. bibl. Salomão Sousa
FRAMMENTO DI PAESAGGIO
Farfalle di ruggine, dadi, angoli retti
vita che qui renuncia alle sue stelle.
Ogni traversina
inchiodata a um destino di rotaia,
parallele eterne, inmodificabili, ciottoli
attorno che hanno la tinta del ferro. Anche il vento
ha un odore metallico, brucia la pelle.
Un pezzeto di Quarzo
stappato dal suo futuro di cristallo
luccica in mezzo al nulla,
ricorda qualcosa o preannucia,
a suo ribelle.
FRAGMENTO DE PAISAGEM
Borboletas de ferrugem, dados, ángulos retos
vida que aqui renuncia às próprias estrelas.
Cada dormente
cravado num destino de trilho,
paralelas eternas, imutáveis, seixos
ao redor que têm a tinta de ferro. Até o vento
tem odor metálico, queima a pele.
Um pedaço de quartzo
arrancado ao próprio futuro de cristal
brilha no meio do nada,
lembra algo ou pronuncia,
ao seu modo rebelde.
ARGÉMAN
Di valanga in valanga, acoscendendo
sul nerofumo dei prati: massi, tronchi
e tronchi portati verso il basso.
Dopo, sopra ogni cosa,
un silenzio, la luce raggelata.
Acqua che scroscia nei vuoti dela roce,
respiro agro del tempo passato.
*
Forcola, e se qualcuno sia montato
e da che pista, lassù. L´alatro versante abrupto:
sempre stato cosi? Quello che c´era prima o che poteva
eventualmente esistere, um progetto o uma speranza
ora inimmaginabili. La perdita
di ciò che non sai più di avere perso.
*
Magra, una lepre sta immobile e guarda.
Pois compare in un buco. Ogni parola
adesso sembra concava, implosa, una bolla
di freddo, incapace di dire. Bocca sorda,
manao senza sentire.
*
Gli stati, preivi di logica, ondene. Ghiaccio
su fuoco reppreso, tericcio, poi quarzi, pietraie.
Epoche, cosmogonie, perfezioni precarie. Nel mucchio,
anche loro. Slogate.
*
Impercettibili fruscii, minimi, insetti, licheni che si insinuano.
Negli interstizi, nei resti, prime vie marginali,
cenni, stelli a venire.
*
Chi passa valle fissa alto l´argéman, la sua língua
di neve incomprensibile, vampa.
*
Ciò che risplende e acceca. L´onda d´urto dei mondi.
ARGÉMAN
De avalache em avalanche, descendo
sobre a fuligem das relvas: maciços, troncos
e troncos levados para baixo.
Logo, sobre cada coisa,
um silêncio, a luz gelada
Água que marulha nos vazios da rochas,
respiro azedo do tempo passado.
*
Forcola, e se alguém tivesse subido
e por qual pista, até lá. O outro declive abrupto:
sempre foi assim? O que havia antes ou que poderia
por um acaso existir, um projeto ou uma esperança
hoje inimagináveis. A perda
do que já não sabes que perdeste.
*
Magra, uma lebre fica imóvel e espreita.
Logo some num buraco. Cada palavra
parece já côncova, implodida, uma bolha
de frio, incapaz de dizer. Boca surda,
mão sem sentir.
*
As camada, sem lógica, sem ordem.. Gelo
sobre fogo coalhado, bolor, e quartzos, cascalhos.
Épocas, cosmogonias, perfeições precárias. No monturo,
elas também. Deslocadas.
*
Imperceptíveis ruídos, mínimos insetos, liquens que se
insinuam.
Nos interstícios, nos resíduos, primeiras vidas marginais,
acenos, estrelas por vir.
*
Quem anda no vale fita no alto o argéman, sua língua
de neve incompreensível, labareda.
*
Aquilo que resplandece e cega. A onda do choque dos mundos.
LAMENTO DEGLI ANIMALI CONDOTTI AL MACELLO
Guarda : ci portano via. Nella canzone
dei giorni ci stramazzano. E cantiamo
la nostra belleza negata. E siamo vivi.
Vagano spore al vento, ali del cuore
che chiama il sangue a sé, che lo fa scorrere
nei fiumi delle vene, al venti caldi
dei desideri che ci sono tolti. E siamo vivi.
E sono mari i nostri desideri,
percorriamo foreste di memoria
tra poco incenerite, ed ora splendide.
Cenera i tronchi, i maria in secca. Ma noi vivi,
vivi più della mano che martoria. Chi ci nega
la luce ignora questo: siamo vivi
nella gloria del male che ci à dato,
nel silencio del colpo che ci è inferto.
Muti, dimanticati.
LAMENTO DOS ANIMAIS LEVADOS AO MATADOURO
Olha: nos levam embora. Na canção
dos dias que nos prostram. E cantamos
por essa derradeira hora: cantamos
nossa beleza negada. E estamos vivos.
Vagam esporas no vento, asas do coração
que chama o sangue a si, que o faz jorrar
nos rios das veias, aos ventos cálidos
dos desejos que nos foram furtados. E estamos vivos.
E são mares nossos desejos,
cruzamos florestas de memória
em breve incineradas e agora esplendorosas.
Cinzas os troncos, os mares em seca. Nós, vivos,
vivos mais vivos do que a mão que tortura. Os que
nos negam a luz ignoram isso: estamos vivos
na glória do mal que nos é dado,
no silêncio do golpe que nos é infligido.
Mudos, esquecidos.
*
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Página página publicada em janeiro de 2023.
Página publicada em janeiro de 2018
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