POESIA MUNDIAL EM PORTUGUÊS
EDOARDO ALBINATI
Edoardo Albinati
, escritor, nasceu em Roma em 1956. Durante mais de vinte anos trabalhou como professor na penitenciária de Rebibbia, uma experiência narrada em Maggio selv (Mondadori, 1999). Ele escreveu filmes para Matteo Garrone e Marco Bellocchio. Com o Alto Comissariado das Nações Unidas para os Refugiados, realizou uma missão no Afeganistão em Il ritorno (Mondadori, 2002). Entre seus livros, The Polish washwasher (Longanesi, 1989), 19 (Mondadori, 2000), Svenimenti (Einaudi, Premio Viareggio 2004), Tuttalpiù muoio (com Filippo Timi, Fandango, 2006), Vida e morte de um engenheiro (Mondadori, 2012) e a escola católica, publicado por Rizzoli, com o qual ganhou o Prêmio Strega 2016. Também para Rizzoli, a novela Un adulterio foi lançada em junho passado .
Edoardo Albinati (Roma, 11 ottobre 1956) è uno scrittore, traduttore e sceneggiatore italiano.
ive a Roma, dove ha studiato al Liceo Classico San Leone Magno (dove è tra l'altro ambientato il suo ultimo romanzo, La scuola cattolica) con Walter Mauro; ha però frequentato l'ultimo anno di scuola al Liceo classico statale Giulio Cesare, dove ha conseguito la maturità classica. Dal 1994 svolge attività di insegnamento all'interno del penitenziario di Rebibbia.
I suoi esordi avvengono all'interno della rivista Nuovi Argomenti nella quale entra a far parte nel 1984. Ha tradotto testi di autori inglesi e americani tra cui: Vladimir Nabokov, Ambrose Bierce, Robert Louis Stevenson, John Ashbery. Ha inoltre tradotto La tempesta di William Shakespeare (1999) e adattato i romanzi di Chrétien de Troyes per lo spettacolo Graal (2000) e il poema di John Milton per lo spettacolo Paradiso (2004), tutti per la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Per lo stesso regista ha scritto Il colore bianco, andato in scena per le Olimpiadi di Torino 2006.
Dal suo libro Orti di guerra sono stati tratti venti episodi realizzati da Radiotre Rai (1997) con musiche di Fabrizio De Rossi Re (nell'edizione Fandango 2007). Con lo stesso musicista ha realizzato il cd Folgorazione (Contempo, 2005). Dal romanzo Il polacco lavatore di vetri il regista Peter Del Monte ha tratto il film La ballata del lavavetri presentato al Festival del Cinema di Venezia 1998.
Nel 2002 ha lavorato presso l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati in Afghanistan e nel 2004 ha partecipato a una missione dell'UNHCR in Ciad, pubblicando reportages sul Corriere della Sera, The Washington Post e La Repubblica.
È stato vincitore del Premio Strega 2016 con il romanzo La scuola cattolica pubblicato da Rizzoli. Proclamato vincitore l'8 luglio 2016, Albinati ha dedicato la vittoria al poeta Valentino Zeichen, scomparso qualche giorno prima.
TEXTO EM ITALIANO - TEXTO EM PORTUGUÊS
POESIA SEMPRE – Revista Semestral de Poesia. ANO 3 – NÚMERO 6 – OUTUBRO 1995. Rio de Janeiro: Fundação Biblioteca Nacional, Ministério da Cultura, Departamento Nacional do Livro, 1996. Ex. bibl. Antonio Miranda
A Settentrione
Non saremo memorabili.
Un giorno ti ho intravisto, t'inseguii, ero
A pochi metri da te quando finisce il carburante.
Bloccato in un crocicchio a mote sgonfie.
Piangevo. La parte migliore di noi, anzi la più geniale
Istituisce barriere che impediscono alla genialità di fluire, hai presente
Quei tipi che tengono segrete le ragazze? Bene, uno mi telefona
Mentre esco di casa, come se le sue informazioni
Avessero il potere d'ingenerare pensieri "Ricordi Beata?
L'hanno trattata alla stregua di una torta
Immangiabile. Dei cani la rovesciavano da tutte le parti
La strascicavano, e l'hanno uccisa.
In un certo senso è sufficiente avere schiacciato una volta
II suo piumino o assaggiato una goccia delle sue bave
D'amore...Perché diano un senso alla storia. Chi potrebbe non
uniformarsi
Al giudizio che ci vede coinvolti? Quale sfacelo.
Vorrei passasse come bevendo acqua col collo arrovesciato
per estinguere
Il singhiozzo. E la figlia? Nemmeno allo zoo ho visto piccoli avventarsi Al petto della madre golosamente come faceva quella, simile
ad avvoltoio ".
Gli prenda un accidenti se deve squillare così.
Scivolato in una crepa del tempo cercavo, io come tutti, un
buon motivo
E rovistavo tra Colpa e Perdonami
Mentre una colla bollente sigillava le mie intuizioni
Rendendole inservibili. Tra i revers di cuoio nero
Contristata, una faccia di motociclista in lacrime. Non avevo
Comunque, nulla da comunicarti, né avrei voluto infilare
Un indice nell'anello d'oro dei tuoi orecchini
Per attirare la tua testa verso le mie
Labbra. Le gambe larghe, i capelli spioventi
E i pugni stretti attorno alle manopole: così
Sono uso meditare. Versando, una sera di
Un secolo più tardi, da un barattolo
I semi del mais in un piatto e mescolandoli
Con triangoli di rapa rossa dissanguata
E scolata, credetti vedere i raggi che una volta di più il sole insinuava Tra vetro e vetro della tua minuscola jeep.
In un magico riflesso. Tu sei il tipo che crede di toccare gli estremi
Perché un nugolo di uccelli bianchi incombe
Quando smonti dal battello che ti ha traghettato
Oltre uno stretto. Solo a settentrione
Si può terminare il lavoro su questa terra: dove il sole
È un dischetto gelido e il paraorecchi d'agnello cardato.
No setentrião
Não seremos memoráveis
Um dia, ao perceber-te, eu te persegui, estava
A poucos metros de ti quando acabou o combustível.
Parado no cruzamento com o pneu vazio,
Chorava. A melhor parte de nós, a mais genial
Põe barreiras que impedem a simpatia de fluir, sabes
Aqueles tipos que ignoram as moças? Vê, alguém me telefona
Enquanto saio de casa como se suas informações
Tivessem o poder de gerar pensamentos "Lembras de Beata?
Trataram-na à maneira de uma torta
Incomível. Cães reviravam-na por todas as partes
Arrastavam-na, assassinando-a.
Num certo sentido é bastante ter amassado uma vez
Seu edredom ou provado uma gota de sua baba
De amor... Para que dêem um sentido à história. Quem não
se conformaria
Com o juízo que nos vê envolvidos? Que esfacelamento.
Queria que passasse a beber água com o pescoço virado
para extinguir
O soluço. E a filha ? Nem mesmo no zoo vi filhotes atirarem-se
Tão gulosos ao peito da mãe, ela parecia um abutre".
Que se dane se tem que fazer tanto barulho assim.
A deslizar numa fenda do tempo buscava, eu igual a todos, um
bom motivo
E revolvia entre Culpa e Perdoa-me
Enquanto uma cola fervente selava as minhas intuições
Tornando-as inúteis. Entre lapelas de couro negro
Aflito, um rosto de motociclista em lágrimas. Eu não tinha
De qualquer modo nada a comunicar-te, nem queria enfiar
Um dedo na argola de ouro de teus brincos
A fim de atrair a tua cabeça para meus
Lábios. As pernas abertas, os cabelos escorridos
Os punhos apertados ao redor do guidom: assim
Costumo meditar. Derramando, certa noite
Um século depois, de uma lata
Os grãos de milho em um prato misturando-os
Com triângulos de nabo vermelho dessangrado
E escoado, acreditei ver os raios que uma vez mais o sol insinuava
Entre vidro e vidro do teu minúsculo jipe.
Num mágico reflexo. Es o tipo que crê tocar os extremos
Porque uma nuvem de pássaros brancos ameaça
Quando desces do batel que te transportou
Além do desfiladeiro. Só no setentrião
Pode-se terminar o trabalho nesta terra: onde o sol
É um disquinho gelado e o tapa-ouvidos de cordeiro cardado.
Tradução de Afonso Félix de Sousa
Sacro e profano
Qualche volta, specie quando tira vento, specie
Seduto sotto gli alberi che impediscono
Con il fruscio dei loro rami di capirsi, e di sentire
Nient'altro che il fruscio, mi torna in mente di non avere mai
Restituito un paio di guanti di daino
A un ragazzo che ora è morto.
A certi piace il ghiacciolo di limone, a certi
Non dice nulla. Eravamo seduti troppo lontano e non abbiamo
Sentito il suo lamento che durò più di un'ora.
Un'ora? Ho sentito giusto? Cos'hai detto
Sulla faccenda dei ghiaccioli? Le offese che avevo giurato
Di restituirti raddoppiate ballano e mi circondano
E fanno l'inchino ma poi se ne vanno via verso il silenzio.
Non sono sicuro che anche il fiammifero bruciato nel rigagnolo
Sia sacro, e forse nemmeno marciare
Ad occhi chiusi per la città facendosi tenere per la mano.
Il re del Ponto morì per non aver ricordato il suo nome
Ma questo gli attirò simpatia e gli dei inferi
Lo risputarono sulla terra, più vivo e potente
Di prima. Se avessimo saputo questa risposta avremmo vinto
Ma siamo stati eliminati e ora fa troppo caldo per studiare
Fa troppo caldo persino per alzare la brocca
Fa troppo caldo per ammirare, tfa i fiori, il più bello
Il fiore cieco, il papavero.
Sacro e profano
Às vezes, sobretudo quando vem o vento, sobretudo
Sentado sob as árvores, que impedem
Com o farfalhar dos seus ramos de entender-se, e de ouvir
Nada mais que o farfalhar, volta-me à lembrança não ter jamais
Restituído um par de luvas de camurça
A um rapaz que agora está morto.
A alguns agrada a balinha de limão, a outros
Não diz nada. Estávamos sentados muito longe e não tínhamos
Ouvido o seu lamento que durou mais de uma hora.
Uma hora? Ouvi bem? Foi assim que disseste
Sobre a formação dos pingentes de gelo? As ofensas que eu
havia jurado
Restituir-te redobradas bailam e me circundam
E reverenciam mas depois se vão em direção ao silêncio.
Não estou certo de que também o fósforo queimado no riacho
Seja sacro, e talvez tampouco andar
De olhos fechados pela cidade fazendo-se segurar pela mão.
O rei do Ponto morreu por não ter recordado o seu nome
Mas isso lhe atraiu simpatia e os deuses infernais
Cuspiram-no sobre a terra, mais vivo e poderoso
Que nunca. Soubéssemos dessa consequência e teríamos vencido
Mas fomos eliminados e agora faz muito calor para estudar
Faz muito calor até para levantar a jarra
Faz muito calor para contemplar, entre as flores, a mais bela
A flor cega, a papoula.
Tradução de Afonso Félix de Sousa
La menta, non ho mai creduto
La menta, non ho mai creduto
Che esistesse fuori da una bottiglia verde.
E invece qualcuno s'immergeva
Nella menta con le gambe nude
Prima che il sole sorgesse e col sole
Il profumo stordente.
Contro l'alba, un camion di ragazze
Che al buio si perdono nel campo;
Poi una, due, curve sulle foglie
Rase dalla nuova luce, fatte d'erba
Cominciano il riso degli sciocchi
Rovesciano gli occhi
E cadono svenute. Ho la bocca
Addormentata dall'anestetico oggi, le labbra
Amare e morte. Solo una donna caprigna e forte
Resisteva al selvaggio profumo.
A menta, en não acreditaria
A menta, eu não acreditaria
Que existisse fora de uma garrafa verde.
E ao contrário alguém se imergia
Na menta com as pernas nuas
Antes que o sol surgisse e com o sol
O perfume atordoante.
Imagina, com os faróis acesos
Contra a aurora, um caminhão de moças
Que no escuro se perdem no campo;
Depois uma, duas, curvas sobre as folhas
Rasas pela nova luz, feitas de erva,
Dão início ao riso dos tolos Reviram os olhos
E caem desmaiadas.
Dormente de anestésico, os lábios
Amargos e mortos. Só uma mulher caprina e forte
Resistia ao selvagem perfume.
Tradução de Afonso Félix de Sousa
Página publicada em janeiro de 2018
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