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POESIA BRASILIANA – POETI BRASILIANI

 

PEDRO TIERRA

PEDRO TIERRA


(Hamilton Pereira) poeta, nata in Brasile nel 1948, a causa della lotta contro la dittadura militare ha vissuto cinque anni in prigione, dal 1972 al 1977. Rimesso in libtertà ha contributto a fondare i Sindicati dei Lavoratori Rurali in diversi Stati del paese. Nel 1987 è divenuto membor dell´Executivo Naz. del Partito del Lavoratori (PT). Tra le sue opere publlicate in Italia:  Le parale sepolte fioriranno (a cura di E. Masina); Canti del popolo della notte (a cura di D. M. Turoldo).

De
Pedro Tierra
DIES IRAE
grido e resrrezione

Prefazione di Pedro Casaldáliga
Introduzione di Mario Aldighieri
Traduzione di Enrico Santi
Loc. Negarine di San Pietro in Cariano, Itália: Il Segno dei Gabrielli Editori, 2001
ISBN 88-88163-02-6

 

Carandiru:

Pavilhão 111

 

Minha matéria são os diários.

Nada mais verdadeiro. Objetivo.

E nada mais falso.

Nada mais verdadeiro

                   na sua falsidade.

Nada mais falso

                   na sua verdade perecível,

vendida na banca.

O que me reserva

a verdade do dia seguinte?

 

A verdade dos aços?

                   Do fogo

cuspido cela adentro?

 

Ou a verdade da carne

mastigada, sem fuga possível?

 

A alva verdade dos dentes

 

                                     dos cães?

 

Ou a verdade dos nervos expostos

no piso dos corredores?

 

A verdade da marcha

aos homens de cinza,

escopeta no gancho do braço,

metralhadoras?

 

Ou a verdade dos nus?

A verdade da batalha

narrada pelos gatilhos,

ou a desamparada verdade

dos corpos

                   empilhados

pelos que vão morrer

                                      com tiros na nuca?

 

Que verdade afinal me apazigua?

Autoriza-me a seguir reproduzindo,

impotente, os minuciosos gestos diários

- essa forma imperceptível de morte -,

a presumir que apesar de toda ruína

permanecemos todos

inalteradamente humanos?

 

O silêncio que sucede ao pranto

nos vigia com sua sombra,

e sua maldição.

 

         São Paulo, novembro '92

 

 

 

La mia materia sono i diari.

Niente di più vero. Obiettivo.

E niente di più falso.

Niente di più vero

                   nella sua falsità.

Niente di più falso

                   nella sua labile verità,

venduta ai mercato.

 

Che cosa mi riserva

Ia verità dei giorno dopo?

 

La verità delle pallottole?

                   Dei fuoco

sputato dentro le celle?

 

O Ia verità delia carne
triturata, senza possibilià di fuga?

La bianca verità dei denti

                                   dei cani?

 

O Ia verità dei nervi esposti

sul pavimento dei corridoi?

 

 

La verità della marcia

degli uomini di cenere,

caricature agganciato,

mitragliatori?

 

O Ia verità dei nudí?

La verità della battaglia

narrata con í grilletti,

o la disarmata verità

dei corpi

                   accatastati

di quelli che vanno a morire

                                        con un colpo alia nuca?

 

Quale verità alia fine mi placa?

Mi autorizza a riprodurre in contínuazione,

impotente, i minuziosi gesti quotidiani

- questa forma impercettibile di morte -,

a presumere che malgrado tutto il disastro

continuiamo ad essere tutti

inalteratamente umani?

 

Il silenzio che segue al planto

ci vigila con la sua ombra,

e Ia sua maledizione.

 

                  S. Paulo, novembre ´92

 

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De
Pedro Tierra
CANTI DEL POPOLO DELLA NOTTE
A caura di David M. Turoldo
Bologna, Italia: E.M.I, 1981
 

 

DOMENICA                                   

 

Un giorno silenzioso.

Uno dei tanti giorni freddi,

di tristezza mortale,

il gesto d'odio chiuso negli armadi.

 

Un giorno senza la tortura normale,

un giorno comune.

Nell'aria solo la tensione palpabile

degli esseri senza difesa.

 

Un giorno rigorosamente inutile.

Ma ecco ora quel canto:

una vocina minuta,

che arriva non so da dove.

 

Era come tutti l'aspettavamo

a rendere più grande ancora il silenzío:

qui un atto d'amore

è sempre una sfida.

 

Oh, il conforto nell'udire la voce

di questa piccola senza nome!

Sapere che esiste la luce dei suoi occhi

a illuminare la notte,

 

mentre altre stelle si riuniscono

cercando nuova luce:

sapere che Ia creatura resiste,

sapere che abbiamo vinto 1'ultima battaglia.

 

 

                (1974)

 

 

 

 

L'ORA DEI MORTI

 

Quest'uomo è morto

morto da molti anni:

nella sua bocca la parola

si disfa in cenere

come il vento dei deserto.

Egli stesso si è accorto

di questa morte. E si rallegra.

Non sono lecite inutili emozioni

nell'esercizio dei dolore.

(Pochi trovarono il tempo

di giungere a tanto).

 

Indovino sulla bocca degli oppressi,

alcune demande:

« Dov'è Ia madre di fali fígli?

Dove eravamo per non avvertire

il giungere dei morti? ».

 

Forse la notte fonda,

il rumore delle fabbriche forse

non ha permesso loro di udire.

Era altá la notte

e molti son rimasti addormentati ...

 

Lascio sulla parete delia cella questi versi.

Che non si dissolvano, parole deite ai muro.

Che gli occhi di qualche perseguitato le guardi

e io torni a incontrarle un giorno,

sulla bocca dei mio popolo.

 

      (1974)

 

 

STAZIONE FERROVIÁRIA

 

Ecco la tua strada.

Precisa: scolpita in legno

e ferro.   

Non importa che Poscurità neghi

                                      un orizzonte che indovini...

 

Ecco la tua strada.

Árdua: scolpisci nel petto

Ia mano che ha piantato le traversine,

la mano che martellò le rotaie.

 

Hai ricevuto dal popolo la strada che percorri.

Una strada conduce in molti luoghi.

Non segnare sulla tua rotta

Ia direzione delia notte.

 

Soprattutto, la via delia tua

                            libertà

non passi attraversolIa schiavitù

                            dei tuoi figli.

 

Ecco la tua strada

di speranza: avvolti nelta nebbia

i treni martellano

in direzione dell'aurora!

 

                   (1974)

 

 

NON GUARDARE INDIETRO...

 

A « Bruno », assassinato nel novembre 1973

a São Paulo.

 

 

Non ti affigga la provvisoria solitudine delia strada.

Non domandare perche resta chiusa

Ia porta degli umili.

Dietro ogni finestra vigila la luce.

 

II fango delia strada ti ha segnato i piedi,

ma non ha potuto arrestarti il passo.

Non guardare indietro cercando ora

una sagoma che 1'oscurità ti negherebbe.

 

Calpesta con forza il suolo delia noite.

Lascia sul percorso

stelle armate che segnano la via.

Non tarda l'ora:

 

formata dalia dura giornata,

la moltitudine si ergerà innumerevole,

 

                            (1974)

 

 

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