LIVANDRO PEREIRA
Poeta e tipógrafo brasileiro, goiano, residente na Itália.
PEREIRA, Livandro. Canto della solitudine e della terra. Poesie. Rimini, Italia: Ed. Giusti, 1984. 96 p. 11,5x21,5 cm. Col. A.M.
LA CANOA NEL MARE
Le onde del mare vengono dal fondo,
vengono come un fiore
che nasce dalla terra
all'inizio della primavera.
Avanza come un firmamento
galleggiante e deciso.
L'evasione elastica fu sollevata
e si buttò sopra alla mia canoa
che poco a poco andò riempiendosi
fino a quando non potè resistere più.
L'eternità di onde in un potere profondo,
avanzò decisa con la sua potente grandezza
e rovesciò la canoa
che poco a poco si riempì
fino a quando non resistette più.
Io solo in mezzo a questo oceano impetuoso
senza alcuna pretesa
tranne quella della morte
che farà presto ad arrivare.
Ed io qui a nuotare
già senza canoa,
non so fino a quando resisterò
se la morte non arriva prima.
IL CONTRASTO
Guardando fuori dalla vuota finestra,
compare una nube soda e bianca
che indugia nel quadrato del cielo.
Traspare nell'aria ogni cosa,
sgorgano colline e case stupite,
uccelli smarriti nell'aria,
giunge quassù il mormorio, il clamore della vita,
chissà, fuori qualcuno sarà morto contento
come spero che lo sarò io.
Sotto c'è un fiume che va,
come un viandante tranquillo
senza accorgersi che arrivano le nuvole.
Prima era vuoto l'azzurro
e prima ancora c'erano le stelle
che brillavano alle prime luci del mattino;
mi piomba lo stridìo di un uccello
che spezza il brusìo.
Quelle nubi sicuramente toccheranno» le piante,
e discenderanno nel fiume sotto forma di pioggia.
10 adesso non muovo lo sguardo, guardo soltanto
le erbe che da sole si muovono per il vento.
Può darsi che qualcuno penserà che ora sono morto,
ma sono sicuro che tutto questo non durerà a lungo;
11 vento è una lunga e tenera carezza
che mi fa anche chiudere gli occhi
e pensare ai vecchi amici di sbronze e di prigione
e alla lunga prigione che attende.
MECCANISMO
I pensieri dentro ai nostri cervelli
sembrano in una vasta prigione
con il soffitto coperto di ragnatele
annerite dal tempo e dalla fuliggine,
il cuore sembra aver dentro di sé
un funerale che, senza musica ne pianto
sfila lentamente quasi senza voglia di partire,
la voce sbigottita e senza pretesa lancia
ora un urlo infame e disumano verso il cielo
•simile ai gemiti ostinati delle anime,
il corpo ormai stanco di vivere
è già in attesa del momento fatale
per fermarsi per sempre.
L'orizzonte non da forza a questo meccanismo
e l'uomo così un giorno troverà
una soluzione per questa realtà.
IL CUORE DI PIETRA
II cuore tremante e stracciato
dentro la notte scura, solo e pieno d'angoscia,
cerca di trovare la sua ombra
e le sue ceneri disperse nelle profondità del mare
o nel vento svanito nel tempo.
Lontano dal giorno e dal sole
si radunano i ricordi
mettendo insieme il grigio e l'azzurro,
oppure facendosi diventare di pietra o di vetro
non avendo più amore ne illusione,
diventando una statua ferma,
senza riparo sotto la pioggia,
la polvere e il vento
completamente all'aperto.
Página publicada em novembro de 2013
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