Home
Sobre Antonio Miranda
Currículo Lattes
Grupo Renovación
Cuatro Tablas
Terra Brasilis
Em Destaque
Textos en Español
Xulio Formoso
Livro de Visitas
Colaboradores
Links Temáticos
Indique esta página
Sobre Antonio Miranda
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

POESIA BRASILIANA – POETI BRASILIANI
Traduzioni di Giampaolo Tonini

FERREIRA GULLAR

FERREIRA GULLAR 


José Ribamar Ferreira  (Ferreira Gullar). N. a São Luis, capitale dello stato di Maranhão, il 10 settembre 1930.  Poeta, saggista e critico d´arte. A diciannove  anni publica um libro di poesia, Um pouco acima do chão, che sara il principale punto di riferimento nelle prese di posizione assunte nella definizione della  sua poetica sperimentale. Subito dopo, nel 1951, si transferice a Rio de Janeiro dove lavora como giornalista, con intensa attività nel settore critico delle arti visive. Participa nel 56 al movimento della “Poesia concreta”, con il quale rompe nel 59 quando scrive il manifesto della “Poesia neoconcreta”. Finita la stagione della poesia sperimentale, assume definita posizione di impegno politico, con risonanze nella sua poesia. Esercita da allora diversi incarichi di direzione di organi ufficiali nel settore della cultura. Perseguitato politico nel período dei governi militari instaurati nel 64, vive esiliato all´estero per diversi anni.
Altri libri di poesia pubblicati: A luta corporal (1954), Poemas neoconcretos (1958), João Boa-Morte marcado pra morrer (1962), Quem matou Aparecida (1962), A luta corporal e Novos Poemas (1966), Por você por mim; Dentro da noite veloz (1975), Poema sujo (1976), Antologia poética (1978), Na vertigem do dia (1980).

[POETI  BRASILIANI CONTEMPORANEI a cura di Silvio Castro, traduzioni i Giampaolo Tonini.  Venezia: Centro Internzionale della Grafica di Venezia, 1997.  (Quaterni Internazionali di Poesia – 1) Opera pubblicata con contributo del Ministério da Cultaura do Brasil / Fundação Biblioteca Nacional / Departamento
Nacional do Livro.

GALO GALO

O galo
no saguão quieto.

Galo galo
de alarmante crista, guerreiro,
medieval

De córneo bico e
esporões, armado
contra a morte,
passeia.

Mede os passos. Pára.
Inclina a cabeça coroada
dentro do silêncio
— que faço entre as coisas?
— de que me defendo?
                                                         Anda
no saguão.
O cimento esquece
o seu último passo.

Galo: as penas que
florescem da carne silenciosa
e o duro bico e as unhas e o olho
sem amor. Grave
solidez.
Em que se apóia
tal arquitetura?

Saberá que, no centro
de seu corpo, um grito
se elabora?

Como, porém, conter,
uma vez concluído,
o canto obrigatóri?

Eis que bate as asas, vai
morrer, encurva o vertiginoso pescoço
donde o canto rubro escoa.

Mas a pedra, a tarde,
o próprio feroz galo
subsistem ao grito.

Vê-se: o canto é inútil.

O galo permanece — apesar
de todo o seu porte marcial —
só, desamparado,
num saguão do mundo.
Pobre ave guerreira!

Outro grito cresce
agora no sigilo
de seu corpo: grito
que, sem essas penas
e esporões e crista
e sobretudo sem esse olhar
de ódio,
                 não seria tão rouco
e sangrento.

                               Grito, fruto obscuro
e extremo dessa árvore: galo.
Mas que, fora dele,
é mero complemento de auroras.


         GALLO GALLO

         Il gallo
         nel cortile quieto.

                   Gallo gallo
         d´allarmente cresta, guerriero,
         medievale

         dal córneo becco e
         sporoni, armato
         contro la morte,
         passeggia.

         Misura i passi.  S´arresta.
         Inclina la testa coronata
         nel più gran silenzio
         — que ci faccio io qui?
         — da che mi difendo?

 

                                               Cammina
         pel cortile.
         Il cemento dimentica
         il suo ultimo passo.

         Gallo: le penne che
         fioriscono dalla carne silenziosa
         e il duro becco e le unghie e l´occhio
         senz´amore. Grave
         solidità.
         Su che s´appoggia
         tal architettura?

              Saprà che, al centro
              del suo corpo, un grido
              si elabora?

              E, como contenere,
              una volta concluso,
              il canto obbligatorio?

              Ecco che batte le ali, ora
              morirà, inarca il vertiginoso collo
              donde il canto saguigno sgorga.

              Ma la pietra, il meriggio,
              lo stesso feroce gallo
              resistono al grido.

              Si vede: il canto è inutile.

              Il gallorimane — nonostante
              tutto il suo portamento marziale —
              solo ed inerme,
             in un cortile del mondo.
             Povero uccello guerriero!

             Un alto grido cresce
             ora nel segreto
             del suo corpo: grido
             che, senza quelle penne
             e speroni e cresta
             e soprattuto senza quello sguardo
             di odio,
                           non sarebbe cosi roço
             e sanguinoso.            

Grido, frutto oscuro

                           ed estreni di quell´albero: gallo.
                           Ma che, fuori di lui,
                           è mero complemento di aurore.


UM HOMEM RI

Ele ria da cintura para cima. Abaixo
da cintura, atrás, sua mão
furtiva
inspecionava na roupa

Na frente e sobretudo no rosto, ele ria,
expelia um clarão, um sumo
servil
feito uma flora carnívora se esforça na beleza da corola
na doçura do mel.
Atrás dessa auréola, saindo
dela feito um galho, descia o braço
como a mão e os dedos
e à altura das nádegas trabalhavam
no brim azul das calças
         (como um animal no campo na primavera
         visto de longe, mas
         visto de perto, o focinho, sinistro,
         de calor e osso come o capim do chão)
O homem lançava o riso como o polvo lança a sua tinta e foge
Mas a mão buscava o cós da cueca
talvez desabotoada
um calombo que coçava
uma pulga sob a roupa
qualquer coisa que fazia a vida pior


         UM UOMO RIDE

         Egli rideva dalla cintgola in su. Sotto
         la cintola, dietro, la sua mano
         furtiva
         ispezionava tra i panni

         Per devanti e sporattutto in viso, rideva,
         espelleva una luce viva, un succo
         servile
         come un fiore carnívoro si prodiga nella bellezza della corolla
         nella dolcezza del nettare
         Dietro quell´aureola, apuntando
         como un ramo, acendeva il braccio
         con la mano e le dita
         e all´altezza delle natiche frugavano
         nel cotone azzuro dei pantaloni
                   (come un animale nei campi in primavera
                   visto da lontano, ma
                   visto da vicino, il muso, sinistro,
                   di calore e osso mangia l´erba del suolo)
         L´uomo lanciava il riso come il polpo lancia il suo Nero e fugge
               Ma la mano cercava il fondo delle mutande
         forse sbottonate
         una ciste che prudeva
         una pulce sotto i panni
         qualcosa che rendeva la vita peggiore

===========================================

UM PROGRAMA DE HOMICIDIO 5

Vai o animal no campo; ele é o campo como o capim, que é o campo se dando para que haja sempre boi e campo;que campo e boi é o boi andar no campo e comer do sempre novo chão, Vai o boi, árvore que muge, retalho da paisagem em caminho.Deita-se o boi, e rumina, e olha a erva a crescer em redor de seu corpo, para o seu corpo, que cresce para a erva. Levanta-se o boi, é o campo que se ergue em suas patas para andar sobre o seu dorso. E cada fato é já a fabricação de flores que se erguerão do pó dos ossos que a chuva lavará,
         quando for o tempo.


         UN PROGRAMA DI OMICIDIO 5

         Va l´animale pel campo; egli è il campo come l´erba, che è il campo che si offre perché ci sai sempre bue e campo, che campo e bue è il bue che va pel campo e mangia dall sempre nuova terra. Va il bue, albero che muggisce, frammento del paesaggio in movimento. Si stende il bue, e rumina, e guarda l´erba crescere attorno al suo corpo, per il suo corpo, che cresce per l´erba. Si alza il bue, è il campo che si erge sulle sue zampe per camminare sul suo dorso. E ogni evento è dia la fabbricazione di fiori che si ergeranno dalla polvere della ossa che la pioggia laverà,
                   quando sarà il tempo.

 

========================================


OVNI

Sou uma coisa entre coisas
O espelho me reflete
Eu (meus
olhos)
reflito o espelho

                   Se me afasto um passo
                   o espelho me esquece:
                   — reflete a parede
                   a janela aberta.

                   Eu guardo o espelho
                   o espelho não me guarda
                   (eu guardo o espelho
                   a janela a parede
                   rosa
                   eu guardo a mim mesmo
                   refletido nele):
                   sou possivelmente
                   uma coisa onde o tempo
                   deu defeito

OVNI

Sono una cosa tra cose
Lo specchio mi riflette
Io (i miei
occhi)
rifletto lo specchio

Se m´allontano d´um passo
lo specchio mi scorda
— riflette la parete
la finestgra aperta.

Io guardo lo specchio
lo specchio non mi guarda
(io guardo lo specchio
la finestra la parete
rosa
io guardo me stesso
in esso riflesso):
sono probabilmente
una cosa in cui il tempo
s´è guastato.


===========================================

            ARTE POÉTICA

          
Não quero morrer não quero
           apodrecer no poema
           que o cadáver de minhas tardes
           não venha feder en tua manhã feliz
                                      e o lume
          que tua boca acenda acaso das palavras
          — ainda que nascido da morte —
                                     some-se
                                      aos outros fogos do dia
          aos barulhos da casa e da avenida
                                      no presente veloz

          Nada que se pareça
          a pássaro empalhado múmia
          de flor
          dentro do livro
                                      e o que da noite volte
          volte em chamas
                   ou em chaga
                         vertiginosamente como o jasmim
          que num lampejo só
          ilumina a cidade inteira


                            ARTE POETICA

                            Non voglio morire non voglio
                            imputridire nel verso
                            che il cadáver delle mie sere
                            non infetidisca il tuo mattino felice
                                                        e il lume
                            che la tua bocca accende forse con parole
                            — anche se nato dalla morte —
                                                        si sommi
                                                        agli altri fuochi del giorno
                            ai frastuoni della casa e del viale
                                                        nel presente veloce

                            Nulla che rassomigli
                            a uccello impagliato mummia
                            di fiore
                            dentro il libro
                                                        e quel che dalla notte torni
                            torni in fiamme
                                      o in piaghe
                                            vertiginosamente come el gelsomino
                            che in un lampo solo
                            ilumina la città intera

=========================================

         SUBVERSIVA

         A poesia
         quando chega
                            não respeita nada.
         Nem pai nem mãe.
                                      Quando ela chega
         de qualquer de seus abismos
         desconhece o Estado e a Sociedade Civil
         desrespeita o Código de Águas
                                                    relincha
         como puta
                   nova
                   em frente ao Palácio da Alvorada.

         E só depois
         reconsidera: beija
                                      nos olhos os que ganham mal
                                      embala no colo
                                      os que têm sede de felicidade
                                      e de justiça

         E promete incendiar o país

                  
                            SOVVERSIVA

                            La poesia
                            quando arriva
                                               non rispetta nulla.
                            Né padre ne madre.
                                                        Quando lei arriva
                            de qualcuno dei suoi abissi
                            disconosce lo Stato e la Società Civile
                            non rispetta il Codice delle Acque
                                                                           nitrisce
                            qual puttana
                                      giovane
                                         davanti al Palazzo Presidenziale

                               E solo dopo
                               si revvede: bacia
                                                   sugli occhi chi guadagna poco
                                                   culla gtra le braccia
                                                   chi há sete di felicita
                                                   e di giustizia

                               E promette di incendiare il paese

=====================================
           

TEU CORPO

O teu corpo muda
independente de ti.
Não te pergunta
se deve engordar.

É um ser estranho
que tem o teu rosto
ri em teu riso
e goza com teu sexo.
Lhe dás de comer
e ele fica quieto.
Penteias-lhe os cabelos
como se fossem teus.

Num relance, achas
que apenas estás
nesse corpo.
Mas como, se nele
nasceste e sem ele
não és?
Ao que tudo indica
tu és esse corpo
— que a cada dia
mais difere de ti.

E até já tens medo
de olhar no espelho:
lento como nuvem
o rosto que eras
vai virando outro.

E a erupção
que te surge no queixo?
Vai sumir? alastrar-se
feito impingem, câncer?
Poderás detê-la
com Dermobenzol?
ou terás que chamar
o corpo de bombeiros?

Tocas o joelho:
tu és esse osso.
Olhas a mão:
tu és essa mão.
A forma sentada
de bruços na mesa
és tu.
Quem se senta és tu,
quem se move (leva
o cigarro à boca,
traga, bate a cinza)
és tu.
Mas quem morre?
Quem diz ao teu corpo — morre —
quem diz a ele — envelhece —
se não o desejas,
se queres continuar vivo e jovem
por infinitas manhãs?


         IL TUO CORPO

         Il tuo corpo muta
         indipendente da te.
         Non ti domanda
         se deve ingrassare.

         È un essere strano
         che há il tuo volto
         ride nel tuo riso
         e gode col tuo sesso.
          Gli daí da mangiare
          ed egli resta quieto.
          Gli pettini i capelli
          come fossero tuoi.

          In breve, credi
          solo di stare
          in quel corpo.
          Ma come, si in lui
          sei nato e senza lui
          non sei?
          Da tutti gli indizi
          tu sei quel corpo
          — che di giorno in giorno
          più differisce da te.

         E ormai hai anche paura
         di guardarti allo specchio:
         lento come nuvola
         il volto che eri
         sta diventando un altro

         E l´eruzione
         che ti spunta sul mento?
         Sparrirà? s´entenderà
         come impetigine, cancro?
         Potrai contenerla
         con Dermobenzol
          o dovrai chiamare
         il corpo dei pompieri

          Tocchi il ginocchio:
         tu sei quell´osso.
         Guardi la mano:

tu sei quella mano.
         La forma seduta
         piegata sul tavolo
         sei tu.
         Chi si muove (mette
         la sigaretta in bocca,
         aspira, scuote la cenere)
         sei tu.
Ma chi muore?
Chi dice a lui — invecchi —
se non lo desideri,
se vuoi contuare vivo e Giovane
per infiniti mattini?

 

                   DESASTRE

                    Há quem pretenda
                              que seu poema seja
                              mármore
                              ou cristal — o meu
                    o queria pêssego
                                       pêra
                                       banana apodrecendo num prato
                    e se possível
                    numa varanda
                    onde pessoas trabalhem e falem
                    e donde se ouça
                                                 o barulho da rua.

                                       Ah quem me dera
                                       o poema podre!

                    a polpa fendida
                                        exposto
                     o avesso da voz
                                                minando
                                        no prato
                      o licor a química
                                        das sílabas
                                                         o desintegrando-se cadáver
                                         das metáforas
                                          um poema
                                          como um desastre em curso.


                               DISASTRO

                               C´è chi desidera
                                     che la sua poesia siaa
                                      marmo
                                      o cristallo — la mia
                               la vorrei pesca
                                                 pera
                                                 banana marcescente in un piatto
                               e se possibile
                               in una terrazza
                               dove persone lavorino e parlino
                               e dove si senta
                                                          il frastuono della via.

                                                   Ah fosse essa
                                                   la poesia marcia!

                               la polpa spaccata
                                                   poesia esposta
                               il rovescio della voce
                                                           spargente
                                                   nel piatto
                               il liquore la chimica
                                                   delle sillabe
                                                                     o desintegrantesi cadáver
                                                   delle metafore
                                                   una poesia
                                                   come un disastro in corso.
                                                      

Página publicada em outubro de 2008,                               



Topo Voltar para Brasilian en Italiano

 

 

 
 
 
Home Poetas de A a Z Indique este site Sobre A. Miranda Contato
counter create hit
Envie mensagem a webmaster@antoniomiranda.com.br sobre este site da Web.
Copyright © 2004 Antonio Miranda
 
Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Click aqui Home Contato Página de música Click aqui para pesquisar