ALBERTO DE OLIVEIRA
(1857-1937)
Extraído de
MIRAGLIA, Tolentino. Piccola Antologia poetica brasiliana. Versioni. São Paulo: Livraria Nobel, 1955. 164 p.
SONETTO
Sola con me, lo spazio contemplando,
Triste ed in piedi, sulla scalinata,
Col roseo dito, stavi l'infilata
Degli astri, quella notte, enumerando.
— Vedi, del mare, le acque inargentando,
Guella stella — una perla sì nevata ? —
— E quella ? — E quella ? — E alla tua voce amata Nuove stelle venivano spuntando.
— E questa, nella trasparente umbella,
Che su di noi scintilla ? - E ancora quella ? —
— E quella? - E mi mostrava quel tesoro
Degli astri, sul mio braccio dolcemente Reclinata, quando riempì l'Oriente,
Di dolce luce, il plenilunio d'oro.
IL PIANTO DEI FLUTTI
Non è formata d'acqua o sol di venti
La voce, rude suon dell'Oceáno;
Nel suo clamore, c'è l'accento umano,
Nei suoi lamenti, gli echi dei lamenti !
Sono di mille naufraghi gli accenti
Disperati, l'affanno, il grido insano;
Ad una vela o mastro presi invano,
Spazzati sono dai tifon violenti ...
Li vedo afflitti, nella notte oscura;
A nuotare, o già morti, o stesi affranti,
Lanciati dal mareggio in erme sponde.
Sì, son di loro i gridi di paura :
Questo rumor di preci misto a pianti
È il coro dei ricordi che hanno !'onde !
"EMENTARIO"
Ecco, sospesa in aria, !'inaudita
Mole d'un ponte dalle nere arcate.
Tra terra e cielo, immense scalinate,
— Il nome? — Sì — Lo chiameremo Vita.
Aspra, tremenda, tetrica salita,
Voi sempre nel mistero camminate.
— Dove si arríverà ? — mi domanclate.
— Al di là, nella tenebra infinita. —
— E, salendo, chi mi è mai cotanta gente ?
— Ombre, fantasmi. — E questo gran clamore ?
Soffrir e, - E, sopra, il cielo risplendente ? —
— Sì, è il cielo. — E, lassú, per arrivare :
In salvo, che faro, tra tanto orrore? —
— Amare, amare, eternamente amare ! —
A VINGANÇA DA PORTA
Era um hábito antigo que ele tinha:
entrar dando com a porta nos batentes
— "Que te fez esta porta?" a mulher vinha
e interrogava... Ele, cerrando os dentes:
— "Nada! Traze o jantar." — Mas à noitinha
calmava-se; feliz, os inocentes
olhos revê da filha e a cabecinha
lhe afaga, a rir, com as rudes mãos trementes.
Uma vez, ao tornar à casa, quando
erguia a aldrava, o coração lhe fala
— "Entra mais devagar..." Pára, hesitando...
Nisso nos gonzos range a velha porta,
ri-se, escancara-se. E ele vê na sala
a mulher como doida e a filha morta.
LA VENDETTA DELLA PORTA
Era un antico vizio ch'esso aveva
Di battere la porta nell'imposta.
— Che t'ha fatto la porta ? - Cli chiedeva
La moglie. E lui le dava la risposta :
— Nulla ! Porta il mangiare Ma poi sosta
E si calma. Felice, sorrideva
Alla figlia che dorme, e le si accosta
Per carezzarla, come ognor faceva.
Una volta, tornando a casa, quando
Il chiavistello alzò, il cuor prevede :
— Entra più chieto ! - Fermasi, esitando ...
Spinge. Stridente, si apre quella porta,
In un beffardo riso, ed esso vede
La moglie pazza e la sua figlia morta.
Página publicada em dezembro de 2015. |