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L’enigma
Poema di Antonio Miranda
Trad. Márcia Théophilo
Foto de Guy Blanc (2008)
(detalhe da Biblioteca Nacional de Brasília)
Faremo,
così saremo.
Non si sa
se epidermica
o viscerale
forse piantata
sequestrata
sicuramente
radicata
— la patria
dei cinque continenti
mescolati,
confluenti.
In un punto
gravitazionale,
latente
anche gli uccelli
erranti
nelle luci
silenti
però
significanti.
Terre d’altopiani
come mare
stazionario
sotto nuvole
e pioggie
intermittenti
su fiumi
sotterranei.
Paralleli.
In questo altopiano,
eternamente,
nel darsi
in una culla splendida,
rivelando,
in fondamenta di pietra
in polvere – amata e gentile,
sentieri,
tra altre mille.
Dei figli di questo
a solo, sogno, soffio
di queste pampas elevate,
più colorata
— forza, fede —
di queste boscaglie
monsoni, grottini
al suono del mare
immaginario
quanto reale.
Facendo
il segno della croce
nelle direzioni
di frontiere
(fantasie,
miraggi)
— oiapoques, chuìs —
equidistanze
sottili.
Paesaggi.
Verdi mari
vegetali
— abbondanza;
su un cristallo magnetico
…..
come un promontorio
al di sopra del
Diluvio Universale.
Arcobaleno
Proprio così:
sincretismi
profezie,
unità diluite
in diaspora
convergente:
ossimori!
Saremo qui
stendardi
qui professeremo
simbiosi, catalisi
certamente raccoglieremo.
In stoffe temperati
salive, linfe
traslucide, oblique
di tutti i paesaggi
arrivi.
Il vedere,
il verde,
il Verbo!
Né storia
né memoria:
volontà,
solitudine.
E la buona avventura.
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