Il Sogno
Poema di Antonio Miranda
Trad. de Márcia Theóphilo
Foto: Ricardo Rodrigues
Condannati alla modernità
per destino,
alla contemporaneità.
Senza eredità o tradizione.
Una nuova capitale come
semente, trattino di unione,
come sogno coloniale
come ideale in confidente
come bandiera e sermone
dello sviluppo
Tiradentes[5] , JK.[6]
Utopia. Vertigini anticipatrici,
emblematici miraggi.
Integrazione nazionale.
“Da questo altopiano Centrale…”
Dal litorale verso le viscere,
dei pampa guerrieri
dalle canzoni e dune atlantiche,
dalle Amazzoni e pantani acquatici,
dalle miniere
a dalle montagne generali,
dagli altopiani e mangrovie
dalle giunture
e altitudini degli altopiani
centrali,
verso le
diversità
e avversità
nazionali.
Brasile, capitale Brasilia.
Convergenze e confluenza.
Idealizzazioni premonitrici,
credenze avventizie,
intuizioni divinatorie.
ragionamenti redenzionisti.
Brasilianità.
Compresa ma indefinita,
è ma non si rivela,
è sensibile ma non
intelligibile.
Come un Oracolo al quale,
nudi ed increduli,
oltre la Ragione,
professiamo.
O profetizziamo.
O è stato Don Bosco,
visionario della buona avventura?
O è stato Malraux[7] dichiarando
la speranza, affermazione
culturale, lideranza,
forza collettiva
determinazione?
L’intangibile, l’intelligibile,
o il suo destino maggiore
perché Utopia,
perché impossibile.
Aspirazione.
Stendardo per la grande camminata,
parole d’ordine,
ideario e bestiario,
canaan democratica, ultraista,
solidificazione e irradiazione.
Realizzazione personale e collettiva?
Abbagliamenti.
Paradossi.
[5] Tiradentes: patriota, soprannome di Joaquim José da Silva Xavier, eroe nazionale brasiliano
[6] JK: Juscelino Kubitschek, presidente del Brasile dal 1956 al 1961, ricordato per aver costruito Brasilia
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