AGONIA
Poema de Antonio Miranda
Trad. Francesca Felici
Le pareti mi opprimono, lo sento
i quadri in silenzio
mi osservano con spavento
e i mobili diventano giganti
nella stanza in penombra
le mie mani si fanno piccole
si chiudono inattive
perplesse
Sono lontano da me stesso.
Spesse nuvole dense
allo sbando
In direzione all’infinito.
Visto dall’universo
in questo spazio-nessuno
sono sempre più piccolo
mentre miliardi di esseri
si accendono e si spengono
come stelle luccicanti
ma intermittenti
Perdo peso
mentre i miei capelli
sempre più grigi
mi abbandonano
si abbandonano e fluttuano
capelli erranti
Le mie mani non incontrano
più niente
al di sotto della cintura
Mi riduco di statura
fino a terra
senza resistenza alcuna
fino a sparire
per lo scarico della cucina
o per la clessidra
dell’esistenza.
Sono in ritardo già. |