La strada è la patria degli esclusi
della gente di strada, sfrattati
che dormono seminudi sui marciapiedi
che procreano e formano
famiglie vagabonde e povere.
Il Brasile è una sola strada
che inizia a Salvador
continua a Maceiò e Fortaleza
arriva fino a Rio de Janeiro
passa per Curitiba e Belo Horizonte
si restringe a Belém do Parà
e termina a Porto Velho
e Cuiabà, più in là di Brasilia.
Una sola strada senza tetto
dove transitano orde
umane, rifiuti, plebi diseredate
dalla sorte, sfortunati
cacciati via, una coorte
di umiliati, disoccupati
cercatori di cartone, travestiti
prostitute e ruffiani
nelle fogne, sotto le tettoie.
Una strada che nacque a Lisbona
con i suoi disgraziati, mendicanti
bambini senza padre, abbandonati
sulle porte delle chiese, cacciati.
Una strada che iniziò nelle stive
delle galee con gli schiavi d'Africa
nelle stirpi di immigranti ed esiliati
sulla rotta di coloro che fuggivano dalla siccità
del latifondo e dell'ignoranza.
Affamati ma pieni di fede
pazzi ma con speranza
straccioni ma con orgoglio
che esigono rispetto e dignità
pezzenti ma in libertà.
Straccivendoli, venditori ambulanti
delinquenti, storpi, vagabondi irrecuperabili
bambine violentate, passanti
venditori notturni, nottambuli
vittime di aggressioni e massacri
-e i fanatici, predicatori con la bibbia in mano che annunciano la fine del mondo.
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